Cyrano de Bergerac, protagonista della celeberrima commedia teatrale di Edmond Rostand, nella quarta scena del primo atto, davanti all’insulto di un visconte ricco e altezzoso che gli dice: “ signore hai un naso molto grande”, non solo non si lascia impressionare dall’insulto, ma intavola un lungo monologo umoristico sul proprio naso descrivendolo attraverso una varietà di toni:
aggressivo: ‘Signore, se avessi un naso così, lo amputerei!'”
Amichevole:” Quando mangi, deve infastidirti, immergerti nella tazza. Hai bisogno di un bicchiere di una forma speciale! “”
“Curioso: ‘A cosa serve quel grande contenitore? Per contenere le tue penne e inchiostro?'”
Grazioso: ‘Come sei gentile. Ami così tanto gli uccellini che hai dato loro un trespolo su cui posarsi.’
Considerato: ‘Fai attenzione quando chini la testa o potresti perdere l’equilibrio e cadere.'”
Drammatico: ‘Quando sanguina, il Mar Rosso'”.
Cosa fa Cyrano nel lungo monologo in cui trova i modi più bizzarri per descrivere il suo naso?
Invece di nascondere il suo difetto, di evitare di esporsi o di sentirsi in ansia, lo dichiara apertamente utilizzando l’ironia e l’umorismo; in questo modo riesce a trasformare la propria debolezza in un punto di forza.
Anche noi, seguendo l’esempio di Cyrano, davanti alle nostre paure possiamo giocare d’anticipo e, piuttosto che cercare di tenerle sotto controllo, possiamo dichiararle apertamente e pubblicamente, anche attraverso l’umorismo e l’ autoironia.
In questo modo le nostre paure perderanno potere, le persone che abbiamo davanti entreranno in empatia con noi e noi potremo sentirci più tranquilli sapendo che gli altri sono disposti a capirci e sostenerci, piuttosto che a giudicarci.