Il potenziamento scolastico viene definito come una serie di attività extra, rispetto al programma scolastico, volte a ridurre le difficoltà di apprendimento e la scarsa motivazione allo studio. Quando lavoro con i bambini e i ragazzi che mi chiedono “aiuto” in questo senso chiarisco che io lavoro sul potenziamento scolastico attraverso un percorso che porta me e la persona a scoprire , mettere in luce e rafforzare un talento che lei già possiede. Un obiettivo importante di tale percorso è il raggiungimento di una adeguata fiducia in se stessi. Susy Signer Fischer afferma che la strada che porta a trovare una fiducia in se stessi adeguata è un processo che necessita di continuo sviluppo poiché non consiste in una metà definitiva ma in un percorso che va costantemente rinnovato. Fischer precisa che” se si è riusciti a raggiungere fiducia in sè e autostima in un ambito, risulterà più facile ritrovarli in altri ambiti e in altre fasi della vita “. L’accesso alle risorse risulta dunque un punto di partenza necessario per esplorare le difficoltà del bambino o del ragazzo e trasformarle in risorse e opportunità.
Esistono esercizi specifici di tipo ipnotico che, partendo dalle risorse, possono consentire al bambino o al ragazzo di allenare e migliorare la propria auto efficacia e l’immagine di sè e, di conseguenza, influenzare in termini positivi le difficoltà specifiche che ostacolano un rendimento scolastico soddisfacente.
Una volta mi capitò di lavorare con una ragazza che frequentava il primo anno del liceo scientifico e che chiedeva il mio aiuto perché, nonostante studiasse molte ore al giorno, quando doveva svolgere le verifiche in classe di latino si sentiva ” bloccata” e le veniva un vuoto che le impediva di svolgere il compito che, puntualmente, finiva per consegnare in bianco. Lei era una giocatrice di pallacanestro, sport che le piaceva moltissimo e in cui riteneva di essere molto brava. Mi spiegò che la pallacanestro è uno sport di squadra che richiede molto allenamento. Mi riferì anche che di solito lei alle partite ufficiali rendeva di più che negli allenamenti perché “l’adrenalina della partita la caricava”. Attraverso l’ipnosi ripercorremmo una partita di basket in cui la ragazza si era sentita “particolarmente carica” e aveva contribuito in modo eclatante a far vincere la propria squadra. Ci soffermammo in particolare sul momento in cui il suo livello di adrenalina saliva alle stelle e le consentiva di trovare la spinta giusta per “vincere”. Poi trasferimmo, sempre con l’ipnosi, questa sua qualità di trasformare l’ansia da prestazione in adrenalina dal basket al contesto scolastico, e funzionò. La ragazza, che era una persona estremamente creativa, inventò una strategia tutta sua, che da quel momento le consenti di trasformare il blocco in “spinta interiore” verso lo svolgimento del compito. Quando si trovava a scuola, davanti alla versione di latino da svolgere, si prendeva il tempo per fare un respiro profondo, poi chiudeva gli occhi e immaginava il momento appena precedente alle partite di basket in cui lei e le sue compagne di squadra si isolavano da tutti, si mettevano in cerchio e si incoraggiavano a vicenda attraverso la recita di una formula particolare che avevano inventato e che urlavano a squarciagola. Grazie all’uso di semplici strategie di ipnosi e di autoipnosi la ragazza riuscì a superare il blocco e ad ottenere ottimi risultati anche in latino.
Bibliografia
Susy Signer – Fischer, costruzione dell’identità e immagine di sè. In L’ipnosi con i bambini e gli adolescenti. Tecniche psicoterapeutiche in età evolutiva. A cura di M. Laura Fasciana