Il Narcisismo -RUBRICA LIBERAMENTE- di Lucia, Sarah, Marianna, Elisa,Carla

Narcisismo ( poesia di Francesco Grottola )

Scelta da Sarah e interpretata da Carla 

“Le parole sono come una pellicola superficiale

su un’acqua profonda.”

Ludwig Wittgenstein

di Lucia Firinu

A)Una premessa lunghissima: i due mondi,l’errore creativo e il potere delle parole.

Da bambina amavo scrivere.

Avevo molta fantasia, però facevo molti errori di ortografia.

La maestra correggeva solo alcuni dei miei errori ortografici  e, solitamente, mi metteva voti alti sia nei temi, che nei riassunti.

Alle scuole medie, la nuova insegnante di italiano, durante i primi colloqui scolastici con i genitori disse a mia madre che, benché scrivessi bene, facevo moltissimi errori ortografici.

La stessa insegnante suggeri a mia madre di acquistare per me un buon dizionario di lingua italiana e di farmelo portare a scuola il giorno dopo.

Mia madre non era istruita ma teneva molto alla mia istruzione e, essendo una persona estremamente precisa, seguiva alla lettera i consigli degli insegnanti.

Mia madre non aveva la patente.

Poiché il mio paese di origine era troppo piccolo per essere fornito di librerie, appena finiti i colloqui io e mia madre ci precipitammo alla fermata dei pullman e ci dirigemmo, in pullman, nella libreria più fornita della mia zona.

Mia madre spiegò il mio problema al libraio e gli chiese quale fosse, secondo lui, il migliore dizionario di lingua italiana utile al mio caso.

Comprammo il Devoto – Oli, edizione le Monnier.

Quello fu il mio primo “dizionario grande”.

Il giorno dopo andai a scuola con in mano il mio dizionario nuovo di zecca.

L’insegnante mi insegnò un metodo;

mi disse:

“prima scrivi liberamente tutto quello che ti passa per la testa, senza pensare all’ortografia;

poi rileggi tutto e, mentre rileggi, con una matita fai un cerchietto sotto le parole su cui ti senti incerta;

poi rileggi una terza volta e, ogni volta che incontri una delle parole che hai cerchiato, cercala sul dizionario e, se è il caso, correggila;

poi rileggi tutto un’ultima volta;

Infine ricopia tutto nel foglio “della bella”.

Io mi applicai.

Pur non essendo una persona precisa seguii alla lettera il metodo che l’insegnante mi aveva suggerito.

Smisi subito di presentare i compiti con errori ortografici.

Continuai ad amare la scrittura e la lettura.

Oggi raramente ricorro al dizionario.

Ormai mi sono allenata a fare pochissimi errori ortografici e nutro pochi dubbi.

Sulla scrivania, alla mia sinistra, ho sempre un dizionario, quello etimologico che, all’occorrenza, funge anche da dizionario di lingua italiana.

Tutt’oggi esiste una cosa che mi rende estremamente insicura e che mi incute estrema ansia: scrivere con affianco qualcuno che mi osservi; quei momenti per me sono difficilissimi; temo di commettere errori che inevitabilmente commetto, perché mi concentro su quelli, invece deconcentrarmi su ciò che voglio esprimere attraverso la scrittura.

Il mio incubo peggiore è scrivere alla lavagna.

C’è una cosa che invece mi rassicura moltissimo: il mio iPad e il suo correttore automatico.

Mi infonde molta sicurezza sapere che con lui posso stare tranquilla.

A volte penso a un mondo, il mio mondo, diverso da come è.

Sono stata fortunata.

Insegnanti diverse, piuttosto che consentirmi di focalizzarmi sulle mie risorse, avrebbero potuto mettere in evidenza le mie difficoltà;

probabilmente davanti a una alternativa di questo tipo mi sarei demoralizzata e, nel corso del tempo, avrei fatto scelte diverse;

io stessa, probabilmente, sarei una persona diversa da come sono.

Un capitolo di uno dei libri più belli sull’arte di inventare storie scritto da Gianni Rodari si intitola: “l’errore creativo”.

Leggetelo.

All’interno di questo capitolo l’autore, in maniera estremamente raffinata, dice che

“in ogni errore giace la possibilità di una storia”

e che

“sbagliando si impara è vecchio proverbio.

Il nuovo potrebbe dire che sbagliando s’inventa”.

B) Dalla diagnosi funzionale alla diagnosi psicoterapeutica alla psicoterapia.  

Esistono numerosi tipi di diagnosi e molti modi di fare diagnosi.

Chi fa il mestiere dello psicoterapeuta deve saper fare anche una diagnosi nosografica, ma non può limitarsi a quella, altrimenti sta facendo psicodiagnosi, non psicoterapia.

La diagnosi nosografica si basa su dati statistici che si basano sul concetto di normalità statistica e consente ai professionisti del settore di inquadrare le caratteristiche delle persone usando un linguaggio comune.

Conoscere questo linguaggio consente a noi professionisti di inquadrare una persona in un modo piuttosto che in un altro.

La diagnosi nosografia è un modello. Ogni modello può essere inteso come un “insieme di concetti teorici e di ipotesi che trovano una propria coerenza attorno a una metafora fondante. Il modello rappresenta per il clinico uno strumento indispensabile per organizzare i propri dati, e quindi descrivere e spiegare quanto accade nell’incontro con i pazienti. Si tratta di una cornice all’interno della quale lo psicoterapeuta inquadra, legge e decodifica sia ciò che i pazienti portano, dicono e fanno, sia le proprie emozioni e le proprie idee; ogni modello propone pertanto degli assunti espliciti e impliciti circa le cause e le basi della psicopatologia, la collocazione di questa nel paziente, nelle relazioni o nel contesto, le categorie attraverso le quali i problemi possono venire diagnosticati, le strategie per intervenire sulla psicopatologia. “( Biancardi M. et al., 2015).

Il modello sistemico non si focalizza sulla diagnosi individuale di tipo psichiatrico, ma piuttosto sulle relazioni umane e sulle modalità comunicative e relazionali che intercorrono tra gli esseri umani e tende a ridefinire i sintomi relazionali in termini positivi, ossia come risorsa.

In un’ottica narrativa possiamo parlare di “conversazione terapeutica”, all’interno della quale le parole non rappresentano la realtà ma un mezzo che consente uno scambio. Il terapeuta si pone non tanto come esperto quanto come “perturbatore” delle narrazioni o portatore di piccoli elementi di novità. Il rapporto tra il terapeuta e la persona è un rapporto di co- costruzione di significati e di senso.

Milton Erickson, padre dell’ipnosi naturalistica o ericksoniana, compie secondo me un passo importantissimo, ossia si focalizza lui per primo  e fa in modo che la persona si focalizzi non tanto sulle proprie difficoltà ma sulle proprie risorse e costruisce un ponte che consenta ai problemi di trasformarsi in risorse, in caratteristiche uniche che distinguono ogni persona da tutte le altre in termini di differenza piuttosto che di patologia.

C) Il narcisismo detto attraverso tre racconti:

L’UOMO IDOLO

“Una volta un mercante fece naufragio e il mare lo trasportò sulle coste di Ceylon dove Vibhishana era il re dei mostri.

Il mercante fu portato al cospetto del re.

Al vederlo Vibhishana fu preso da grande gioia e disse: Ah! Ha proprio l’aspetto del mio Rama.

La stessa forma umana!Poi fece mettere al mercante ricchi abiti e gioielli e l’adorò.

ETICHETTATORI

“Buddha mostrò una volta un fiore ai suoi discepolie chiese a ciascuno di loro di dire qualcosa su di esso.

Essi l’osservarono in silenzio per un pò.

Uno pronunciò un discorso filosofico su di esso.

Un altro compose su di esso una poesia.

Un altro ancora fece una parabola su di esso.

Tutti cercando di superarsi a vicenda in profondità.

Mahakashyap guardò il fiore,sorrise e non disse niente.

Solo lui l’aveva visto”.

NON CAMBIARE

E tutti continuavano a dirmi di cambiare.

E tutti continuavano a dirmi quanto fossi nevrotico.

E io mi risentivo con loro,

ed ero d’accordo con loro,

e volevo cambiare,

ma non ci riuscivo, per quanto mi sforzassi.

Ciò che mi faceva più male era che anche il mio migliore amico continuava a dirmi quanto fossi nevrotico.

Anche lui continuava a insistere che cambiassi.

E io ero d’accordo anche con lui,

e non riuscivo ad avercela con lui.

E mi sentivo cosi impotente e intrappolato.

Poi, un giorno, mi disse:” Non cambiare. Rimani come sei. Non importa se cambi o no.

Io ti amo cosi come sei.

Non posso fare a meno di amarti.”

Quelle parole suonarono come musica per le mie orecchie:

“Non cambiare, non cambiare, non cambiare.

Ti amo.”

E mi rilassai.

E mi sentii vivo.

E, oh meraviglia delle meraviglie, cambiai!

D) Infine:

Posso consigliarvi un film datato ma significativo rispetto al tema del narcisismo: ” Quarto potere”.

Se non lo avete ancora visto guardatelo, è molto bello.

Se invece volete sapere qualcosa in più rispetto al Narcisismo in termini di diagnosi nosografica o psicologica potete fare riferimento al DSM V o all’ICD 10.

Bibliografia:

La grammatica della fantasia, Gianni Rodari.

Il canto degli uccelli. Frammenti di saggezza nelle grandi religioni. Anthony de Mello.

Sitografia:

http://www.systemics.eu/la-psicopatologia-in-ottica-sistemica1/

Racconti di Immagini

di Marianna C.

A) L’egocentrico

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B) Il burattinaio/ Burattinaio

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